La vita non è un videogioco!

 

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I videogiochi, semplice attività ricreativa o nuova forma di dipendenza?

Buongiorno mamme, oggi vi proponiamo una questione delicata che tocca ognuna di noi nel profondo. Una domanda che spesso ci facciamo data l’attualità dell’argomento: giocare ai videogames fa male o no?
Le attività ricreative e il gioco sono fondamentali per lo sviluppo sano dei bambini, poiché è in queste situazioni che i bambini imparano ad apprendere regole e ruoli. Inoltre il gioco per il bambino rappresenta la prima vera e propria esperienza di socializzazione.
Purtroppo il grande sviluppo tecnologico degli ultimi anni ha portato sia vantaggi che svantaggi. In particolare per quanto riguarda il gioco. Le caratteristiche dei giocattoli moderni, tra cui la play station e il game boy, o degli smartphone (ormai utilizzati prevalentemente a scopo ludico) sembrano favorire, se usati in eccesso, lo sviluppo di vere e proprie dipendenze.
Alcuni studi hanno dimostrato che i bambini che trascorrono più tempo davanti al computer/playstation/cellulare provano una sensazione di disagio maggiore, il che li può portare ad isolarsi maggiormente e sviluppare una dipendenza. Questo è dovuto alle caratteristiche dei giochi virtuali. Al contrario dei giochi tradizionali che stimolavano la socializzazione e l’identificazione con persone reali, i giochi virtuali portano all’isolamento (perche la maggior parte delle volte possono essere giocati da una sola persona alla volta) e portano il bambino a identificarsi con figure di fantasia, con superpoteri o, nei casi più gravi, con personaggi violenti. Inoltre trascorrere molto tempo da soli a giocare può portare il bambino a staccarsi dalla realtà e non voler più fare le attività che prima svolgeva abitualmente.

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Ma come si può capire se il nostro bambino è realmente dipendente dai videogiochi o no?
In primo bisogna capire bene come funziona una dipendenza.
La dipendenza obbliga la persona a dedicare grandi quantità di tempo ed energie all’oggetto desiderato ed ha delle ripercussioni negative nell’ambito scolastico, relazionale e fisico.
La dipendenza da videogiochi, come ogni altra dipendenza, è caratterizzata da fenomeni di tolleranza e astinenza. Per tolleranza si intende il dover passare sempre più tempo a giocare per raggiungere il livello di eccitazione desiderato. Con il termine astinenza invece si intendono tutte quelle caratteristiche psicologiche e fisiche che si manifestano nel bambino quando non può giocare. Alcune tra queste caratteristiche sono l’irrequietezza, l’agitazione, la difficoltà di concentrazione, i disturbi del sonno e dell’umore, pensieri ossessivi verso i videogiochi, ecc).
Quali sono le conseguenze principali dovute alla dipendenza di videogiochi?
Possiamo dividere le conseguenze in più aree:
difficoltà scolastiche: il bambino potrebbe avere problemi a causa della scarsa attenzione e concentrazione ed avere anche difficoltà nell’apprendimento.
Problemi nei rapporti sociali: ovvero potrebbe mettere a rischio le amicizie e il rapporto con i familiari per via dell’isolamento, dei litigi per ottenere i videogiochi, etc.
Compromissione della salute: l’attività sedentaria può mettere a rischio la salute del paziente perché non permette al bambino di fare movimento e può portare all’obesità.
Disturbi del sonno: sono causati dall’umore e dall’alimentazione del bambino.
Problematiche psichiche di carattere dissociativo: il bambino, passando tante ore a giocare, potrebbe creare una frattura tra il mondo reale e quello virtuale, considerando più importante quello virtuale dedicandogli tutta la sua attenzione.
Problematiche di astinenza: riguarda tutte quelle caratteristiche psico-fisiche che abbiamo nominato prima (irrequietezza, pensieri ossessivi..) che il bambino mostra quando non può giocare.
Tendenza a trascurare gli altri interessi: il bambino perde interesse per lo sport, le amicizie, gli hobby, etc.
Ma cosa può portare a sviluppare una dipendenza dai videogiochi?
Si pensa che questa dipendenza colpisca maggiormente le personalità più deboli, soprattutto durante l’infanzia e l’adolescenza perché il bambino sta ancora cercando di costruirsi un identità. I videogiochi potrebbero rappresentare una sorta di “via di fuga” dalla vita vera che spesso è frustrante e noiosa.
La noia e le difficoltà della vita sembrano essere le principali cause che portano i bambini a trascorrere cosi tanto tempo giocando ai videogames.
Cosa possiamo fare per evitare che tutto ciò accada?
Essere un partecipante attivo della vita del proprio bambino può avere una funzione protettiva. essere partecipante attivo significa essere presenti, aiutare nelle difficoltà e sostenere quando ce n’è bisogno. Queste attenzioni possono evitare che il bambino si senti trascurato o annoiato e quindi a non rifugiarsi nei videogiochi. Inoltre bisognerebbe insegnare ai bambini a distinguere il mondo reale da quello virtuale, cosi da non generare confusione nella mente del bambino. Questo compito dovrebbe essere affidato sia ai genitori che alle istituzioni (scuola, stato, etc) in modo da poter prevenire la comparsa della dipendenza.
La vita non è un videogioco!

Autore: Alessandra Quintarelli, collaboratrice Associazione Culturale Mammecare, Laureata in Scienze e Tecniche psicologiche e laureanda in Psicologia Clinica.
Per ulteriori informazioni sull’argomento potete visitare questi siti:
http://www.disturbipsichici.info/dipendenza-da-videogiochi.html
https://www.istitutobeck.com/dipendenza-giochi-online

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