L’integrazione scolastica della disabilità come opportunità di crescita positiva per tutti.
Il 4 Luglio 2015 Mamme Care ha partecipato al Festival Nazionale dell’Educazione di Viterbo.L’intervento di Giuliana Mossolani (psicologa, presidente di MammeCare) a Palazzo dei Papi è stato seguito con interesse da insegnanti e genitori, anche perchè si tratta di un argomento particolarmente sentito dalle Scuole, che si ritrovano a fare fronte a varie difficoltà di integrazione.
L’integrazione scolastica rappresenta il massimo mezzo di crescita e di sviluppo per tutta la classe, per gli insegnanti e per i genitori. Integrare vuol dire creare un’unione, una fusione di più elementi o soggetti che si completano l’un l’altro, spesso attraverso il coordinamento dei loro mezzi, delle loro risorse, delle loro capacità.
La diversità, molte volte, è vista come qualcosa che porta con se’ una mancanza, qualcosa a cui manca qualcosa. In realtà, la diversità è proprio il contrario, è un qualcosa in più che si aggiunge a ciò che già si conosce, a ciò che si ritiene nella norma. Il processo di
integrazione delle persone portatrici di una disabilità deve proprio partire dall’educazione alla loro specificità, alla loro particolarità, per poi riuscire a creare un gruppo classe di insieme in cui possano coesistere in modo armonico e produttivo tutte le differenti realtà che ne fanno parte.
La disabilità non deve essere vista come un limite, come qualcosa che rallenta, ma come una potenzialità da poter utilizzare e da cui trarre un arricchimento. All’interno del prezioso processo di integrazione, un ruolo chiave è costituito da insegnanti, genitori ed eventuali figure professionali (psicologo, logopedista, educatore, etc.) che seguono la persona portatrice di disabilità. Queste figure dovranno lavorare insieme per riuscire ad educare la classe, ma anche la scuola stessa, alla disabilità, dovranno trasformare la paura del diverso in curiosità per il nuovo, al fine di poter creare un clima sereno e produttivo che porti un arricchimento a tutti.
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